La Psicomotricità italiana ha vissuto in questi trent’anni una graduale trasformazione all’interno dell’ambito socio educativo, proponendosi come esperienza originale, in cui non solo i bambini, ma anche gli adulti, possano vivere la dimensione ludica, potenziando le proprie abilità motorie, sociali, comunicative e autoriflessive.

L’applicazione dell’intervento psicomotorio si è gradualmente trasformata aprendosi anche al campo del sociale e della formazione personale, nell’intervento con adolescenti, adulti e anziani.

Psicomotricità e promozione del benessere per l’infanzia

La proposta psicomotoria è in grado di offrire la propria azione di supporto a favore di uno sviluppo ecologico della relazione tra bambini e adulti, anche grazie ad un particolare approccio metodologico, che sa attivare i potenziali di tutti i bambini, in modo ludico, divertente, non intrusivo, dato che:

“l’intervento psicomotorio nel suo setting specifico non mira a eliminare i sintomi del disagio agendo direttamente sul bambino, ma molto più realisticamente fa sì che l’uso del corpo, del movimento e del gioco non creino o creino il minor disagio possibile al bambino nel suo rapporto con se stesso, gli altri e il mondo esterno, attraverso una opportuna ed efficace manipolazione del setting psicomotorio in cui ciò avviene. Il che può affettivamente ridurre o eliminare il disagio stesso, quando fosse determinato o fortemente influenzato da un cattivo rapporto del bambino con se stesso, gli altri o gli elementi del mondo esterno” (Nicolodi 2006).

Il ruolo dell’adulto si delinea nella funzione specifica e particolare di far emergere le risorse autentiche del bambino adottando non solo un atteggiamento di osservazione di ciò che il bambino realizza nel gioco, ma anche di promozione dell’azione spontanea di creazione e trasformazione.

Finalità dell’intervento psicomotorio educativo:

  1. Sostenere una visione positiva del bambino come bambino competente, creativo, in grado di partecipare costruttivamente al proprio percorso di crescita.
  2. Fornire ai bambini uno spazio di espressione, comunicazione e benessere relazionale, dove venga valorizzato il gioco e la sua funzione evolutiva.

  3. Favorire una pedagogia dell’ascolto e dell’accoglienza della dimensione corporea all’interno della realtà scolastica ed educativa: creazione di spazi comodi, ritmi di lavoro equilibrati, attenzione alla dimensione emozionale.

  4. Sostenere la formazione e l’integrazione dei nuovi gruppi-classe nei momenti di passaggio da una realtà educativa all’altra (nido – scuola dell’infanzia – scuola elementare).

  5. Sviluppare l’osservazione sui singoli bambini in ingresso nelle realtà scolastiche, fornendo uno screening precoce per l’individuazione di situazioni di deficit e/o di disagio.

Altri ambiti di intervento

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