In questa pagina sono proposti alcuni testi che hanno contribuito in modo diretto o indiretto alla definizione del pensiero psicomotorio in ambito nazionale ed internazionale, con particolare riferimento a quanti hanno approfondito l’intervento in ambito educativo e preventivo.

Nell’elenco dei testi sono presenti i diversi approcci psicomotori che hanno caratterizzato questo campo disciplinare, influenzati in diversa misura dalle scuole di pensiero sviluppatesi a livello medico, filosofico,  antropologico, psicopedadagogico, psicoanalitico e sociologico.

Si parla infatti sempre più spesso delle psicomotricità al plurale, aprendo  confronti e collaborazioni tra i diversi orientamenti psicomotori, con la scelta di valorizzare la specificità di ciascuno, nei differenti ambiti di intervento e/o nelle diverse fasi della vita.

Nella bibliografia sono presenti anche testi non specificamente psicomotori, che hanno dato un importante contributo teorico alla nascita della psicomotricità (Wallon, Merleau Ponty, Piaget, Lowen …), ma anche testi di autori che affrontano la tematica del corpo, dell’educazione e della gestione delle dinamiche gruppali, pensando che sia fondamentale ampliare la formazione teorica in ambito educativo e preventivo, con la conoscenza delle altre discipline che intervengono nel nostro campo di azione.

 SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFICI

 

AAVV A scuola con il corpo, Quaderni M.C.E  La Nuova Italia, Firenze 1974

Questo è uno dei primi testi in cui viene ribadita con forza, sia in termini teorici che pratici/didattici, l’importanza del corpo nella relazione educativa ed il ruolo della scuola come luogo dove accogliere dei bambini ‘interi’. Risulta attuale anche dopo 25 anni.

A.A.V.V. Il comportamento psicomotorio a scuola Il Mulino Editrice 1979

L’intero volume è il prodotto di un lavoro di rielaborazione di osservazioni, compiute da ricercatori nelle classi della scuola elementare. La ricerca è stata condotta prendendo come oggetto di analisi il “movimento” e sottolineandone la correlazione esistente con altre categorie ( lo spazio – classe, il materiale – penna, il tempo – scuola, l’interazione insegnanti – gruppo classe et.). L’interesse è al movimento come espressione della sintesi tra corporeità, affettività ed intelligenza. Obiettivo della ricerca è proporre una nuova pista metodologica di analisi della realtà operativa scolastica, con attenzione al complesso sistema di interazioni del gruppo – classe e non al comportamento del singolo. L’educazione psico – motoria in questa ottica assume il ruolo di un impegno educativo unitario, in cui sono collocabili comportamenti sociali e sistemi comunicativi interagenti con i processi cognitivi legati all’apprendimento.

AAVV. Il corpo nella dinamica educativa Emme ed., 1976.

Affanni P. Psicomotricità e difficoltà di apprendimento I.S.U., 1988.

Albanese A., Pavan B. Quale Psicomotricità? Ed. Il Cerro, Pisa, 1990

Il testo di divide in due parti: nella prima c’è un interessante esposizione dei fondamenti teorici della psicomotricità e una distinzione tra educazione, riabilitazione e terapia, accennando anche al diverso iter formativo necessario per accedervi; nella seconda parte il testo si cala nella pratica, dando indicazioni anche di esercizi e attività da proporre ai bambini nonché degli strumenti tecnici per programmare ed attuare un intervento di educazione psicomotoria nella scuola. In definitiva un breve testo di base adatto a chi voglia avere un’idea della pratica psicomotoria in generale e nel campo educativo.

Aucouturier B., Darrault I., Empinet J.L, La pratica Psicomotoria, Roma, Armando, 1986.

Aucouturier B, Fantasmi d’azione e pratica psicomotoria, F. Angeli 2005

Bassi R., Neri A., La scuola dell’infanzia e l’educazione psicomotoria, Il Mulino, Bologna, 1980

Bernardi E., Canevaro A., Ferioli L. Il comportamento psicomotorio a scuola Il Mulino, Bologna 1982

In questo testo vengono raccolte le rielaborazioni del gruppo di ricerca sull’educazione psicomotoria nella scuola primaria dell’istituto di Psicopedagogia dell’Apprendimento dell’Emilia romagna, in cui si definisce il comportamento psicomotorio come osservabile all’interno del contesto educativo in ogni momento della vita scolastica del bambino.

Eraldo Berti, Fabio Comunello Corpo e mente in psicomotricità. Pensare l’azione in educazione e terapia Gardolo (TN), Centro Studi Erickson, 2011 (Strumenti di neuro e psicomotricità) Il ruolo primario dell’azione nelle relazioni interpersonali e nella cognizione sociale è stato confermato dalle più recenti ricerche della psicologia dell’età evolutiva e delle neuroscienze.       Questo volume, rivolto primariamente a terapisti della neuro-psicomotricità dell’età evolutiva, psicomotricisti, educatori, insegnanti e psicologi, propone un approccio psicomotorio, da applicare negli ambiti educativo e terapeutico, fondato sulla centralità dell’azione interattiva per la qualificazione delle relazioni di aiuto nella prima e seconda infanzia. L’azione – compiuta, percepita e condivisa – è il motore primo della strutturazione delle memorie, dell’apprendimento, compreso il sistema simbolico, e dell’intersoggettività. Non è un mero atto motorio, ma è una manifestazione primaria della costruzione della realtà. Il corpo diviene quindi produttore e organizzatore di senso, all’interno di azioni che si intrecciano e diventano mezzi e fini di un processo che lo psicomotricista mette in atto. Allo scopo di fornire un supporto teorico credibile e condivisibile, tramite  semplificazioni e riflessioni viene indagato il rapporto fra corpo e mente, proponendo una logica osservativa che privilegia l’interazione e i modi dell’azione che includono e veicolano affettività, intenzioni, scopi, regole sociali e progettualità.

Bertolini P., L’esistere pedagogico, Firenze, La Nuova Italia, 1990.

Biagini A. Educazione Psicomotoria Nicola Milano Editori 1990.

L’autrice propone in questo testo un modello operativo scolastico, educativo e psicomotorio, orientato al processo di integrazione scolastica del bambino con handicap.  ” Il bambino apprende soltanto ciò che lo coinvolge completamente: integra solo ciò che passa attraverso la sfera emotiva, attraverso il proprio corpo o , meglio, la propria dimensione corporea”.( Biagini, 1990). Molto interessante la lettura comparata di un percorso che vede bambini ed adulti impegnati nella stessa esperienza e che mette in evidenza l’importanza di una formazione, teorica e pratica, degli operatori scolastici. Il testo si conclude con la descrizione degli elementi fondamentali per la pratica educativa psicomotoria, attraverso l’analisi di alcuni termini: seduta, percorso, progetto, struttura della seduta, metodologie ecc.

Biagini A., Le radici e le ali, Siracusa, Zangarastampa, 1992.

A.Biagini, Gio…cando, Bologna, Nicola Milano Ed., 1987.

Borgemino L. Psicomotricità per apprendere: metodologia nella scuola per l’infanzia  Mandese, 1984.

Borgogno E.T.  Educazione psicomotoria Omega, Torino 1983

In questo testo l’autrice, avvalendosi della sua esperienza nel campo, parte dalla definizione di sviluppo psicomotorio e ne descrive in modo semplice, organico e completo, i vari elementi: l’organizzazione spaziale, la motricità, lo schema corporeo, la lateralità, la prensione, ecc, per inserirli in un progetto educativo psicomotorio che tenga conto dell’osservazione del livello di sviluppo e del possibile intervento educativo.

Borgogno E.T. Educazione psicomotoria nella scuola materna e elementare Omega, 1988.

Brusa, Conti, Ferri, Tinto Percezione e Psicomotricità O.S. Firenze, 1979

Il testo espone un’esperienza didattica svolta nell’ambito della scuola elementare da due insegnanti; è presente una breve introduzione teorica, mentre tutto il volume si basa prevalentemente sulla presentazione di “schede di apprendimento” su: percezione, relazioni spaziali, relazioni temporali, verifica.

Calecki M., Thevenet M.  Lo yoga a scuola: schede operative di ed. psicomotoria Giunti Lisciani, 1988.

Canevaro A. Dalla psicomotricità ad una diversa educazione fisica  Omega, 1983.

Catapane A.  Acrobazie, lotte e percorsi: guida all’educazione psicomotoria nella scuola Armando, Roma 1985.

Cartacci F., Bambini che chiedono aiuto, Edizioni Unicopli, Milano, 2002

Catapane A. Acrobazie, lotte e percorsi: guida all’educazione psicomotoria nella scuola Armando, Roma 1985.

Cazzago P., Psicomotricità e spazio tempo,  Editrice La Scuola, Brescia, 1982

Cazzago P.  Dal vissuto al simbolo: curricolo psicomotorio per i bambini di 4 anni La Scuola, 1994.

Contini M,G, Fabbri Maurizio, Manuzzi P  Non di solo cervello. Educare alle connessioni mente – corpo- significati – contesti,  Raffaello Cortina, 2006

J.C. Coste, Psicomotricità: le 50 parole-chiave, Brescia, La scuola, 1978

Coste J.C. La psicomotricità La Nuova Italia, Firenze 1984.

Fink E, Oasi della gioia. Idee per una ontologia del gioco, Salerno, Edizioni 10/17, 1986.

Fonzi A. Cooperare e competere tra bambini, Giunti Firenze, 1993

Formenti L. (a cura di) Psicomotricità, educazione e prevenzione, Trento, Erickson, 2005

Questo libro, scritto dal Gruppo Nazionale Anupi Per la progettazione in ambito Socioeducativo, intende presentare lo specifico dell’intervento psicomotorio educativo e preventivo. E’ anche una guida alla progettazione di percorsi psicomotori rivolti a bambini dai 3 agli 8 anni, perchè oltre a presentare i concetti fondamentali della psicomotricità e dell’intervento educativo-preventivo, propone alcune riflessioni orientative e diversi strumenti di lavoro da cui gli psicomotricisti, i docenti e il personale educativo potranno trarre ampiamente spunto. Il testo vuole sostenere lo sviluppo di una cultura psicomotoria diffusa, che operi a favore del benessere dell’infanzia, ma anche degli adulti che l’accompagnano nel suo cammino di crescita, riconoscendone e valorizzandone la dimensione espressiva più profonda: quella del corpo in gioco.

Formenti L. La psicomotricità a scuola, Trento, Erickson, 2009

Questo testo presenta percorsi di psicomotricità per bambini della scuola dell’infanzia e della primaria, corredando il testo di immagini a colori ed esempi concreti. La descrizione delle attività è preceduta da un’introduzione sui principi cardine della psicomotricità e sulla sua importanza all’interno della proposta curricolare rivolta all’infanzia. L’autrice illustra un progetto che offre non solo percorsi psicomotori per i bambini, ma anche momenti di osservazione, consulenza e formazione per gli insegnanti, nella prospettiva di una scuola che intende dare spazio al mondo interiore dei bambini e delle bambine, riconoscendo e valorizzando le loro specifiche modalità di espressione e comunicazione: l’azione, l’interazione e il gioco.

Freinet C., Saggio di psicologia sensibile applicata all’educazione: La “Ricerca” sperimentale, Firenze, La nuova Italia, 1972

Galimberti U., Il corpo Milano, Feltrinelli, 1979.

Gamelli Ivano  Pedagogia del corpo – Educare oltre le parole Meltemi editore, Roma 2001.

Gamelli I., Sensibili al corpo Universale Meltemi, Roma, 2005

Gamelli Ivano I laboratori del corpo Edizioni Libreria Cortina Milano, 2009 Il piacere di conoscere del bambino non può essere sganciato dal corpo. Il gesto e la postura, il movimento e la voce, il disegno e il colore, l’azione e la narrazione, la predisposizione e la cura degli spazi e dei materiali sono alcuni degli “ingredienti” dei laboratori del corpo cui è dedicato questo libro. Con “laboratorio del corpo” intendiamo un luogo partecipato e attivo di pratica della conoscenza, che implica sempre un’acquisizione di saperi quale conseguenza di azione e riflessione insieme. Come si realizza e si conduce una simile proposta formativa? A diversi professionisti affermati dell’educazione a mediazione corporea (dalla psicomotricità al teatro, dalla danza allo yoga, dal canto alle pratiche di consapevolezza corporea) è stato chiesto di cimentarsi con una scrittura breve e diretta, in grado di accompagnare il lettore nelle aule dove lavorano con bambini, ragazzi e insegnanti, per consentire di vedere che cosa e come si fa: come dare vita a momenti di didattica laboratoriale con un approccio “sensibile”, nel senso autentico del termine. Un testo, quello che avete fra le mani, dedicato ai bambini ma rivolto agli adulti: a educatori, insegnanti, formatori, animatori in cerca di idee e stimoli per una relazione educativa meno astratta e verbosa, più integrata e coinvolgente.

Gazzano Pirani E.  Educazione psicomotoria (n. 1 e n.2)  Scuola Vita, Milano 1979

In questi due testi l’autrice sviluppa il tema dei rapporto tra apprendimento scolastico e educazione psicomotoria avvalendosi dell’esperienza di sperimentazione condotto presso alcune scuole elementari di Milano, alla fine degli anni ’70 . Vengono, quindi, esaminate e proposte, sottoforma di esercizi, alcune situazioni atte a sviluppare: le relazioni spaziale, le relazioni topologiche, la postura sia sul piano motorio che grafico-rappresentativo fino alle relazioni logico-matematiche connesse a tali apprendimento.

Ghillani E., Magnani G. ( a cura di ) L’apporto e l’approccio italiano alla teoria e alla pratica della psicomotricità,  Edizioni Scientifiche Oppici – Parma 1988

Goleman D. L’intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano, 1996

Groppo M. (a cura di)  Educazione motoria: insegnare con i Nuovi Programmi nella scuola elementare Fabbri, Milano 1988.

Huizinga J, Homo ludens. Milano, Il Saggiatore, 1972.

Lapierre A., Aucouturier B. I contrasti e la scoperta delle nozioni fondamentali Sperling & Kupfer Milano1978 Le associazioni Sperling & Kupfer Milano1980 Le sfumature Sperling & Kupfer Milano1981

Ecco la trilogia dei testi prodotti agli inizi degli anni ’80 dagli autori che introducono una visione nuova dell’educazione del bambino. Vengono forniti soprattutto strumenti pratici, validi e ben descritti delle possibilità di organizzazione dell’intervento educativo da parte dell’insegnante, intervento che tenga conto della globalità dell’esperienza dei bambini. Si approfondiscono le nozioni fondamentali nel primo testo, (che è, forse il più letto e conosciuto dei tre) fino a forme più raffinate e a volte un po’ troppo complesse dei successivi due. Ogni tema generale o specifico viene analizzato nella sequenzialità della proposta che parte dall’esperienza corporea, passa attraverso l’introduzione degli oggetti e arriva alla rappresentazione. Sembra in potenza essere presente quello che poi diventerà un’attenzione al passaggio “dal piacere dell’agire al piacere di pensare”, sviluppato poi successivamente, ma in modo diverso, dagli autori.

Lapierre A e A.  L’adulto di fronte al bambino Armando, Roma, 1996

Con questo testo gli autori intendono piegare, attraverso l’esperienza svolta in asili nido, il significato di “psicomotricità relazionale”, sottolineandone sia i presupposti teorici che la sua evoluzione. Inoltre vengono esplicitati in modo specifico le condizioni materiali e le varie proposte ed anche le possibili risposte dei bambini attraverso la descrizione di alcune situazioni reali.

Lapierre A., Aucouturier B.  La simbologia del movimento Edipsicologiche Cremona 1978

Il testo riporta il tentativo di rintracciare le tappe dell’evoluzione del movimento, non più su un piano neuromotorio e cognitivo, ma su un piano simbolico del movimento spontaneo vissuto in relazione con l’oggetto e con l’altro. Un percorso sulla via delle pulsioni, dei desideri primitivi e dell’inconscio, simbolicamente espressi attraverso il corpo e il movimento nella loro significazione affettiva. E’ una tappa in qualche modo “epistemologica” che segna il passaggio da una concezione psicomotoria essenzialmente normativa e razionalista ad una teoria dei processi evolutivi basata sul valore simbolico delle esperienze spontaneamente vissute dal bambino.

André Lapierre L’educazione psicomotoria nella scuola materna Ed.La scuola, Brescia 1979

Lapierre A., Aucouturier B.  Il corpo e l’inconscio in educazione e terapia Armando, Roma 1982

Gli autori partendo dalla loro esperienza maturata in ambito educativo, formativo e terapeutico offrono al lettore una struttura teorica che si aggancia alla dimensione pratica. Il tema che viene sviluppato in tutto il libro e che è ritenuto un tema di tipo esistenziale è la dinamica tra perdita dei rapporto fusionale e accesso all’identità. La psicomotricità rappresenta, per gli autori, la possibilità di presa di contatto con queste polarità che permette il passaggio dalla fusionalità corporea  all’apertura verso l’autonomia e il simbolico.

A. Lapierre, Fantasmatica corporale e pratica psicomotoria Milano, Sperling & Kupfer 1984

Anne e André Lapierre, L’adulto di fronte al bambino Ed Armando, Roma II^ edizione1994

A. Lapierre, Dalla Psicomotricità Relazionale all’Analisi Corporea della Relazione Armando, 2001

Le Boulch J.  Verso una scienza dei movimento umano. Introduzione alla psicocinetica  Armando, 1971

Pionieristico o classico? Quello che sicuramente rappresenta questo testo è uno dei primi tentativi di collegare la ‘relazione motoria’ con quella “intellettuale ed affettiva” del soggetto con il mondo esterno il movimento con l’espressività, con il comportamento, con l’attività ludica.

Le Boulch J.  Educare con il movimento Armando, Roma, 1971

Il titolo del testo viene spiegato mediante la definizione di movimento che viene fornita: il movimento come base della costruzione stessa della personalità in cui l’atto motorio diviene un momento socializzante e di relazione cosciente dell’individuo con l’ambiente. Secondo l’autore, quindi, scopo dell’intervento educativo è quello di facilitare i processi psicocinetici e psicomotori agendo razionalmente sul corpo, (mediante il movimento), inteso come centro e punto di riferimento di tutte le esperienze. Il testo di divide in tre parti: introduzione teorica, pratica, esercizi e giochi

Le Boulch J. Lo sviluppo psicomotorio dalla nascita a 6 anni Armando, Roma 1989.

Le Boulch J.  Educazione psicomotoria nella scuola elementare Unicopli, Milano 1989.

Le Camus J. Il bambino maldestro, come ristabilire l’equilibrio psicomotorio Cappelli, Roma 1983

Le Camus J. Storia del concetto di psicomotricità, Istituto per la Ricerca Applicata, Bologna, s.d.

Loudes J.  L’educazione psicomotoria e l’attività fisica Armando, Roma 1988.

Lowen A., Il linguaggio del corpo, Feltrinelli, Milano, 1978

Lowen A., Il piacere. Un approccio creativo alla vita, Astrolabio, Roma, 1984

Lurçat L.  Il bambino e lo spazio – il ruolo del corpo  La nuova Italia, 1980

L’autrice ha compiuto le sue prime ricerche insieme a H.Wallon e ne conserva la matrice anche in questo volume dove vengono presentati alcuni studi sul processo di acquisizione dello spazio per il bambino. In particolar modo viene effettuato un collegamento tra percezione di sè, rappresentazione dello spazio e linguaggio.

Malpeli G.  L’educazione motoria nella scuola elementare La Scuola, 1990.

Maigre A., Destrooper J.  L’educazione psicomotoria Ed. Paoline, Milano 1978.

Manuzzi Paola  Pedagogia del gioco e dell’animazione – Riflessioni teoriche e tracce operative Edizioni Guerini, Milano 2002.

Mariotto  Educazione psicomotoria Sperling & Kupfer, Milano.

A cura di Paola Manuzzi,  I corpi e la cura. Educare alla dimensione corporea della relazione nelle professioni educative e sanitarie Edizioni ETS – Pisa, 2009

Il testo rivisita criticamente alcuni scenari del corpo dei contesti sanitari ed educativi prendendo spunto da un’indagine condotta con studenti di diversi corsi di laurea. Di fronte alla tendenza esistente a oggettivare l’altro nei gesti di cura, cristallizzandolo nei suoi aspetti di fragilità, passività e bisognosità e amplificando così la relazione asimmetrica, il volume riflette su sfondi culturali e modelli impliciti diffusi, su opinioni e aspettative in relazione alle dimensioni corporee della professionalità e prospetta linee formative nei contesti educativi e sanitari, tese ad attivare consapevolezze critiche sul proprio bagaglio di convinzioni e a sentirsi “corpi in ascolto”. Si rivolge a chi, per motivi professionali, di studio e ricerca, si occupa della cura educativa e sanitaria e desidera approfondire le questioni inerenti il corpo pensato/agito/incontrato in tali contesti. In particolare è rivolto agli operatori e agli studenti di Scienze dell’Educazione, di Scienze motorie e di  infermieristica.

Massaro E., Cinque S.  Guida alle attività psicomotorie Ed. La Scuola, Brescia 1982

Rappresenta un tentativo di passare dall’ottica di una educazione fisica alla psicomotricità attraverso i concetti di schema corporeo, organizzazione spaziale, lateralità, schemi posturali, presentati soprattutto attraverso esercizi e situazioni stimolo.

M. Merleau Ponty, La fenomenologia della percezione. Milano, Saggiatore, 1965.

Merleau Ponty M. , Il bambino e gli altri, Roma, Armando, 1975.

Nicolodi G. Maestra Guardami Csifra, Bologna 1992

Questo testo, che si avvale di una prefazione di B.Aucouturier, rappresenta un punto di svolta nella concezione di educazione psicomotoria descrivendo il passaggio dal pensare la psicomotricità come ciò che ha permesso la scoperta delle connessioni tra “corpo e mente”, all’introduzione di un terzo elemento che fonda la relazione anche tra corpo e emozione. I temi affrontati sono di grande interesse quali: il gioco sensomotorio e simbolico (analizzati sia sul piano evolutivo che educativo) ma anche la programmazione dell’attività psicomotoria, i diversi contesti di intervento (nido, scuola materna, elementare), le situazioni particolari dove educazione diventa prevenzione. Infine viene esaminato il concetto di schema corporeo dal punto di vista concettuale, evolutivo, operativo secondo la definizione di diversi autori.

Nicolodi G.  Maestra aiutami Ed. CSIFRA, Bologna 1995.

L’autore accompagna gli insegnanti alla comprensione del mondo interiore dei bambini ed in particolar modo di quei bambini che presentano bisogni speciali e domande speciali, alle quali gli insegnanti possono rispondere mettendosi nella dimensione dell’ascolto e dell’accoglienza. Nicolodi presenta alcuni situazioni classiche di disagio, aiutando gli insegnanti a comprendere qual’è la specifica domanda sottostante e quali le risposte possibili. E’ un testo rivolto in particolar modo alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria

Nicolodi G, Ti aiuto a giocare. Bologna, Csifra, 2000.

Nicolodi G, Il disagio educativo al nido e alla scuola dell’infanzia F. Angeli, Milano, 2008

Il disagio che il bambino esprime nelle istituzioni educative della prima infanzia è un sintomo, ovvero un “messaggio” lanciato dal bambino in difficoltà nei confronti delle persone importanti per lui, la sua insegnante alla scuola dell’infanzia e la sua educatrice al nido. Per questo, più che il disagio infantile in sé, questo libro affronta programmaticamente il “disagio educativo”: il disagio degli adulti nel rispondere al disagio del bambino. Utilizzando la lente dei “Contenitori Educativi”, il volume analizza in modo dettagliato le singole manifestazioni comportamentali attraverso le quali si manifestano le varie forme di disagio del bambino alla scuola dell’infanzia e al nido, e fornisce i principali elementi per la realizzazione di strategie educative adeguate. Il libro è particolarmente indicato per tutte le persone che, per esigenze diverse, sono in costante contatto con l’infanzia e le sue “fatiche evolutive”, e che intendono riflettere sulle proprie “fatiche educative”.

Pesci G. ( a cura di ) Il Corpo nella Relazione Armando Editore 1991

E’ un lavoro a più voci, scritto da A. Lapierre e dagli allievi della sua scuola, documentazione di uno dei primi convegni di psicomotricità, realizzati in Italia.  Il campo di azione è la psicomotricità relazionale ed i contenuti su cui il lettore è spinto a riflettere sono la centralità del corpo nella relazione, il valore simbolico della relazione, la significanza del corpo e della fantasmatica corporea , in spazi di relazione educativa, formativa e terapeutica. Il testo comprende trattazioni teoriche degli argomenti e resoconti di esperienze.

Federico Pettinari, Luisa Vera, La traccia del corpo. Educare i bambini a sentire, percepire, rappresentare il proprio corpo Molfetta (BA), La Meridiana, 2010

Il movimento del corpo e quello delle corde vocali generano tracce. Come il corpo ha una forma e un aspetto, così la voce ha un’estensione e un timbro, si può modulare fino a produrre molte forme espressive. Il lavoro coi bambini offre numerose conferme di questa analogia. Le vibrazioni del corpo intese come rapporto tra movimento e suono sono la via più naturale per indagare queste possibilità espressive. Si scopre che la voce è un mezzo per esprimersi ancor prima di dire, attraverso le risa, il pianto, il grido, le imitazioni vocali e i rumori del corpo. Il lavoro educativo che intraprende questi percorsi contribuisce a stimolare l’armonia e il benessere globale della persona: lasciare traccia di sé significa, infatti, espandersi, esprimere, rischiare e comunque scegliere una via di comunicazione. Iniziare fin dalla scuola d’infanzia a lasciare traccia di sé nelle molteplici attività, significa edificare una base sicura per gli apprendimenti futuri. Questo libro propone un laboratorio scolastico, solido e collaudato, che, tappa dopo tappa, conduce sulle tracce del corpo coinvolgendo, oltre ai bambini anche insegnanti e genitori.

Piaget J., La formazione del simbolo nel fanciullo. Firenze, La Nuova Italia, Firenze, 1974.

Picq L., Vayer P.  Educazione psicomotoria e ritardo mentale Armando, Roma 1971.

Rinaldi C. e Minniti A.  Sguardi di donne. Letture dell’espressività psicomotoria femminile Edizioni Psiche 2 Torino 2010

Il lavoro di Claudia Rinaldi e Ausonia Minniti indaga le forme dell’espressività corporea femminile attraverso i metodi e le pratiche della psicomotricità relazionale. Tema di forte interesse, fertile di sviluppi di ricerca e finora poco indagato. Sullo sfondo del pensiero della differenza di genere, le autrici riflettono su esperienze educative intenzionalmente rivolte a donne e a bambine, in modo da decostruire cliché culturali, tessere una pensabilità del corpo femminile, invitare a prendere coscienza della propria identità, che è sempre identità corporea

Romano G.  Piccole sedute: proposte di ed. psicomotoria nella scuola dell’infanzia La nuova Italia, Firenze 1993.

Sattler Morini J.  Basi teoriche della psicomotricità Oppici, Parma 1979

Schutzenberger A.A., Il corpo e il gruppo, Astrolabio, Roma, 1978

Soubiran G.B., Coste J.C. Psicomotricità e rilassamento psicosomatico, Armando, Roma,1983.

Spaltro E., Il gruppo. Sintesi e schemi di psiche plurale, Edizioni Pendragon, 1999

Staccioli G., Il gioco e il giocare, Carocci, Roma, 1998

Stern D., Le prime relazioni sociali: il bambino e la madre, Roma, Armando, 1979

Stern D., Il mondo interpersonale del bambino, Torino, Bollati Boringhieri, 1987

Tibaldi G., Corpo, inconscio, simbolo, Milano, Ed. Libreria Cortina, 1983

R. Toni, F. Giovanardi, Psicomotricità, quasi una storia, ed. Historica, Modena, 2011. Il testo individua le motivazioni culturali della psicomotricità, le radici della sua ricerca, permettendo di scoprire come i suoi valori siano alla base di un “sapere nuovo” che vede nell’unità mente – corpo la sua matrice fondamentale. La storia della psicomotricità viene raccontata attraverso l’analisi degli orientamenti  teorico-pratici espressi dai principali autori. Il testo si chiude con un capitolo dedicato alla storia della psicomotricità in Italia.

Vayer P.  Educazione psicomotoria in età scolare Armando, Roma, 1974

In questo lavoro l’autore si rivolge allo stadio dell’organizzazione del mondo e dell’integrazione in esso da parte del bambino in età scolare (dai 5 agli 8 anni); vengono affrontate le tematiche relative allo schema corporeo, al movimento, all’organizzazione dello spazio e del tempo, alla grafomotricità sottolineando come, in questa fase di sviluppo, l’interesse prioritario dell’educazione psicomotoria debba essere rivolto agli apprendimenti scolastici definendone le tappe educative.

Vayer P, Destrooper J.  Il corpo nella dinamica educativa.Il disadattamento come paralisi della comunicazione Emme, Milano 1976

Gli autori si collocano in un filone che, rispecchiando l’ideologia dell’epoca, sottolineano l’anacronistico e sorpassato mondo della scuola in relazione all’azione pedagogica con gli handicappati o i disadattati. In alternativa viene proposto un modello pedagogico in cui l’educazione corporea è considerata principio dinamico di ogni azione educativa e l’azione l’unica forma di linguaggio che permette di comunicare con le persone svantaggiate.

Vayer P.  Educazione psicomotoria in età pre-scolare Armando, Roma, 1989

Il testo ci da degli elementi per orientarci nella fase di sviluppo del bambino dai 2 ai 5 anni sottolineando il tema della costruzione dell’Io corporeo del bambino di fronte al mondo degli altri e degli oggetti. Oltre a quest’introduzione teorica, il testo da soprattutto indicazioni per quanto riguarda le applicazioni pratiche ed, infine, termina con una sorta di “vocabolario” psicomotorio.

Vayer P, Puglia B., Gli oggetti dell’educazione psicomotoria, Roma, Armando editore, 1996

Vecchiato M. Il gioco psicomotorio. Psicomotricità psicodinamica, Armando, Roma, 2007

Il gioco è la vita stessa del bambino, il quale, grazie all’attività ludica, sviluppa progressivamente la propria personalità, scopre e conosce il mondo che lo circonda. In questo volume, sintesi di un lavoro di venti anni realizzato in ambito educativo e terapeutico, l’autore definisce il gioco psicomotorio e individua un metodo innovativo che coniuga la tradizione della psicomotricità relazionale e la visione psicodinamica della motricità del bambino.

Zanibelli Gf.  Elementi fondamentali di psicomotricità Piccin